La Fiesta de la Mercé a Barcellona

Fiesta de la Mercè a Barcellona

La vivace e popolarissima Barcellona celebra a settembre la sua Santa Patrona, la Vergine de la Mercé, ma anche la fine dell'estate. Dal 22 al ...

Berlusconi condannato in Cassazione

Berlusconi condannato: e adesso?

La sentenza di condanna a carico di Berlusconi La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione per l'ex Presidente del Cons...

Il Parco della Testa d'oro

Chiese e monumenti a Lione

Lione è la terza città della Francia, per dimensioni e abitanti, e offre al fortunato visitatore molti posti interessanti da visitare. La città si pre...

telefonino

I primi 40 anni del telefonino

Il 3 aprile del 1973, Martin Cooper, un ingegnere della Motorola, fece la prima telefonata con un cellulare. Sono passati 40 anni e il telefono cel...

Fiesta de la Mercè a Barcellona

La Fiesta de la Mercé a Barcellona

La vivace e popolarissima Barcellona celebra a settembre la sua Santa Patrona, la Vergine de la Mercé, ma anche la fine dell’estate.

Dal 22 al 25 settembre, Barcellona raddoppia la sua già celebre vitalità, con un’eterogenea offerta di parate, feste, esibizioni e ricorrenze, e soprattutto con i famosissimi Correfoc, fuochi d’artificio che inondano mare, terra e cielo.

Vi aspettano spettacoli, musiche, danze fino alle prime ore dell’alba, e la possibilità di gustare tutta una serie di piatti tradizionali preparati appositamente per la Fiesta de la Mercé.

Berlusconi condannato: e adesso?

La sentenza di condanna a carico di Berlusconi

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione per l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Per effetto dell’indulto, Berlusconi beneficia di uno sconto di 3 anni, ma dovrà comunque trascorrere un anno agli arresti domiciliari.

Verosimilmente, l’espiazione della pena inizierà a ottobre, quando con la fine delle ferie giudiziarie saranno concessi a Berlusconi 30 giorni per richiedere formalmente la misura alternativa al carcere degli arresti domiciliari.

Sempre in autunno, la Corte d’Appello di Milano sarà chiamata a rideterminare la durata della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici entro un massimo di 3 anni, in ottemperanza alle indicazioni della Cassazione che solo su questo punto ha ritenuto di poter annullare la sentenza di condanna.

Ricordiamo che la durata dell’incandidabilità di Berlusconi, in base alla legge approvata a fine 2012, sarà pari al doppio della durata dell’interdizione dai pubblici uffici, ma non potrà comunque essere inferiore ai 6 anni. Per questo, è già certo che oltre a dover scontare un anno ai domiciliari, Silvio Berlusconi non si potrà candidare alle elezioni almeno fino all’autunno del 2019.

Berlusconi condannato in Cassazione

La condanna di Berlusconi sul Times

L’insurrezione del PDL

Nonostante la relativa pacatezza espressa alla vigilia della sentenza della Cassazione, ora i fedelissimi di Berlusconi sembrano pronti a tutto pur di salvare il loro leader storico dalla morte politica. Nel giro di poche ore, dal PDL sono arrivati propositi di dimissioni di massa dal Parlamento, auspici di una grazia da parte del Presidente Napolitano, minacce alla tenuta del governo Letta, oltre all’organizzazione della grande manifestazione di solidarietà di questa domenica a Roma.

La grazia presidenziale: ravvedimento e buona condotta

Tra gli scenari auspicati dal PDL, spicca quella di una proposta di grazia al Presidente della Repubblica. Spicca, in realtà, più per assurdità che per importanza. Infatti, la grazia presuppone due condizioni irrealizzabili: la buona condotta del reo, che non può essere misurata se non si sconta almeno una parte della pena; il ravvedimento, cioè l’ammissione delle proprie colpe con la manifestazione esplicita del desiderio di non più commettere nuovi illeciti.

Tutto nelle mani del Partito Democratico

Se è vero quanto sosteneva Andreotti nel suo celeberrimo “Il potere logora chi non ce l’ha”, è forse ancor più vero che il potere bisogna anche saperlo gestire, spesso con importanti dosi di freddezza. Il PD ha dimostrato spesso una particolarissima capacità di trasformare situazioni favorevoli in uno svantaggio e perdere partite già vinte. Il suicidio politico, in questo caso, sarebbe l’impresa di trasformare la condanna di Berlusconi in un nuovo boomerang. L’unica cosa che in questo momento il PD deve evitare, sono nuove elezioni con l’attuale legge elettorale. Perfino il Movimento 5 Stelle ha deciso di porgere una mano al PD, aprendo le porte alla possibilità di sostenere un governo senza il PDL, attorno a 5 punti fondamentali e in particolare alla riforma del sistema elettorale.

Chiese e monumenti a Lione

Il Parco della Testa d'oroLione è la terza città della Francia, per dimensioni e abitanti, e offre al fortunato visitatore molti posti interessanti da visitare. La città si presenta divisa sostanzialmente in due parti: il nucleo storico, impreziosito da monumenti e edifici di pregio, e la parte più moderna, ricca di negozi e locali.

Vi consigliamo di cominciare il vostro viaggio tra le cose da vedere a Lione con le Chiese, in genere aperte ai turisti nelle ore del mattino: in particolare, la Cattedrale di Saint-Jean-et-Saint-Étienne, le Basiliche di Saint-Martin d’Ainay e Notre-Dame de Fourvière, le Chiese di Saint Bonaventure e San Giorgio.

Dopo esservi tuffati nella storia religiosa di Lione, apprezzando la magnificenza degli edifici ecclesiastici, potrete gustarvi un po’ di meritato riposo assaporando le specialità culiarie della zona, e in particolare le diverse specialità ai formaggi, in uno dei locali collocati sulle vie attorno al centro storico.

Poi, potreste voler fare una passeggiata rilassante: lungo le rive del Rodano e della Saona, i due fiumi di Lione, potrete assaporare il romanticismo dei tanti ponti che li attraversano.

Una delle zone di maggior pregio della città è senz’altro il quartiere della Croix-Rousse che vi consentirà di apprezzare anche l’Anfiteatro delle Tre Gallie.

Tra le altre attrazioni turistiche di Lione, meritano una menzione il Teatro di Fourvière, la Casa di Henry IV e la grande Piazza Bellecour. Innumerevoli sono anche i musei della città, dove gli appassionati d’arte troveranno esposizioni in grado di soddisfare anche ogni gusto.

Gli amanti dello shopping troveranno un’offerta interessante e variegata nella parte moderna della città, con molti negozi d’alta moda con le maggiori firme dell’abbigliamento francese.

Sono molte le cose da fare per concludere la giornata nel modo migliore, dai locali con musica dal vivo ai concerti che spesso animano le piazze e i parchi della città.

Per vacanze a Lione, vi consigliamo di prevedere un soggiorno di almeno tre giorni, in modo da poter gustare comodamente e senza troppa fretta tutto il meglio che questa città ha da offrire.

I primi 40 anni del telefonino

telefoninoIl 3 aprile del 1973, Martin Cooper, un ingegnere della Motorola, fece la prima telefonata con un cellulare.

Sono passati 40 anni e il telefono cellulare è diventato uno degli oggetti più utilizzati del mondo. Ormai, per moltissimi, è semplicemente inimmaginabile fare anche solo un passo senza il proprio telefonino.

Lo si porta ovunque, al lavoro come al supermercato, e a casa, in tanti, stanno ben attenti a tenerlo vicino anche se devono semplicemente andare alla toilette o spostarsi da una stanza all’altra della propria abitazione.

Il cellulare ha stravolto le abitudini individuali e le aspettative sociali. Se prima della diffusione dei telefoni fissi si comunicava per lettera, attendendo magari per mesi una risposta, oggi le comunicazioni sono per lo più immediate.

Ma il telefonino è anche uno degli strumenti più controversi, perché se da un lato ci ha aperto la strada a comunicazioni facili e immediate, dall’altro ha fortemente ridotto i nostri spazi di riservatezza.

Riuscire a mantenere uno spazio privato, sottraendosi alle chiamate, è diventato psicologicamente sempre più difficile. Certo, è sempre possibile spegnere il cellulare, o magari filtrare le chiamate, decidendo se, quando e a chi rispondere, ma l’aspettativa sociale tende a richiamarci a una sorta di nuovo obbligo di permanente reperibilità.

Pro e contro dell’innovazione tecnologica portano così a un complicato intreccio di desideri, possibilità e aspettative, senza consentirci mai di capire se davvero certi prodotti hanno migliorato la nostra qualità di vita
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Viaggio tra le bellezze di Cracovia

Castello Wawel: da vedere a Cracovia

La bellissima Cracovia è la maggiore destinazione turistica della Polonia e una delle città più belle d’Europa, grazie alla ricchezza architettonica dei suoi palazzi e all’intramontabile fascino del centro storico.

Situata nel cuore della regione della Małopolska, attira annualmente oltre 10 milioni di turisti.

Tra le cose da vedere a Cracovia, segnaliamo anzitutto la stupenda Basilica di Santa Maria, nel cuore della Piazza del Mercato. La Chiesa, edificata nel XIV secolo è un’autentica galleria d’arte, grazie alla fittissima rete di maestosi dipinti ospitate sulle sue pareti.

Sulla stessa piazza, non potrete assolutamente rinunciare a una visita all’imponente Palazzo del Tessuto, attraversato da una elegante galleria dove potrete acquistare interessanti prodotti artigianali in ambra del Baltico e in legno. Sempre qui, potrete ammirare anche la Torre del Municipio col suo famoso orologio.

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Cracovia 50.064650, 19.944980

Sulle rive del fiume Vistola, a poche centinaia di metri dal centro, in posizione lievemente collinare, troverete il Castello Wawel. Giustamente catalogato tra le attrazioni turistiche più famose di Cracovia, il Wawel è impreziosito dai suoi cortili e dai suoi musei, e vi offre anche uno spettacolare panorama dei battelli che si muovono dolcemente sulla Vistola.

Tutto il centro storico è un museo a cielo aperto, grazie ai suoi raffinati palazzi e ai tanti luoghi da visitare, sia per il loro valore intrinseco, sia per la loro storia. Qui troverete la casa dove ha abitato l’amatissimo Papa Paolo Giovanni II e qui potrete scoprire la genuina bellezza di tante piccole Chiese.

Grazie all’eccellente rete di trasporti pubblici, potrete raggiungere facilmente anche le altre principali aree d’interesse della zona, dal quartiere ebraico alla vicina miniera di sale di Wieliczka, dove ripercorrerete le fatiche dei minatori con l’aiuto delle accurate riproduzioni disseminate lungo i tunnel. A circa 100 metri di profondità, vi lascerete stupire dalla bellissima Chiesa sotterranea per poi concedervi uno spuntino nell’eccellente e economico ristorante, anch’esso rigorosamente sotto terra.

Nei dintorni della città, potrete raggiungere anche il campo di concentramento di Auschwitz, simbolo mondiale dell’antisemitismo. A poche decine di chilometri, merita di essere visitata anche l’incantevole Zakopane, una splendida cittadina collinare che sembra avere tutti i pregi di Cortina, senza condividerne i difetti.

La scelta di trascorrere le vostre vacanze a Cracovia di certo non vi deluderà. Dopo giornate trascorse all’insegna dell’arte e della cultura, potrete trascorrere la serata senza alcun rischio di annoiarvi: vi restano ancora molte cose da fare a Cracovia. Vi consigliamo di infilarvi uno uno dei tanti tipici ristoranti polacchi che animano le stradine del centro. Scegliete piatti tipici locali e non resterete delusi. Dopo cena, potrete sceglie di gustarvi un concerto nei teatri cittadini, oppure provare una birra artigianale in uno dei tanti locali che offrono musica dal vivo.

Firenze: capitale della cultura

La bellissima FirenzeNel cuore della Toscana, Firenze è una delle città italiane più famose, grazie al suo patrimonio artistico e culturale. Soprannominata la città dell’Arte, Firenze è un vero e proprio museo a cielo aperto.

Dal centro storico, si diramano tante stradine ricche di palazzi d’epoca, musei e monumenti. Tra le tantissime cose da vedere a Firenze, suggeriamo di cominciare visitando la centralissima Piazza della Signoria, nobilitata dalle esposizioni dello stupendo Palazzo Vecchio e dalla famosissima Galleria degli Uffizi.

Da qui,  basta alzare gli occhi e fare un lento, lentissimo giro di 360 gradi per rendersi conto che, tutt’intorno, si ergono, orgogliosi, affascinanti campanili e cupole suggestive. La cattedrale di Santa Maria dei Fiori, il Campanile di Giotto, Palazzo Pitti, il Ponte Vecchio sul fiume Arno sono tutte attrazioni turistiche che hanno reso Firenze una delle città culturali più visitate al mondo. Innumerevoli sono i grandi dipinti che potrete ammirare dal vivo nelle tante gallerie del capoluogo toscano. Straordinarie sono anche le atmosfere che si respirano percorrendo le rive dell’Arno e lasciandosi incantare dalle rarità proposte sulle bancarelle degli antiquari.

Sono molte le cose da fare in questa splendida cittadina, dalle passeggiate ai copiosi pasti che si possono gustare nelle trattorie e nei ristoranti fiorentini.

Non lontano da Firenze, vi consigliamo di dedicare almeno un pomeriggio anche  alla scoperta di città incantevoli come Pisa e Arezzo.

Le vostre vacanze a Firenze si imprimeranno indelebilmente nei cassetti più dolci dei vostri ricordi.

Le ragioni dell’intervento francese in Mali

Intervento francese in maliL’intervento francese in Mali è uno dei grandi temi della politica internazionale. Questa nuova guerra suscita sicuramente meno dibattito di quelle in Libia e Afghanistan.

Non ci sono di mezzo gli Stati Uniti, con la conseguenza che tutto quel mondo di gruppi e associazioni che sembrano sapersi mobilitare solo in funzione anti-americana, tace.

Ufficialmente, i francesi sono intervenuti, su richiesta del governo del Mali, per impedire ai fondamentalisti islamici di conquistare la grande Bamako e sconvolgere l’apparente stabilità della nazione.

Dietro il consenso quasi unanime all’intervento francese in Mali da parte di politici e giornalisti, e della stessa opinione pubblica, ci sono però molti altri motivi, probabilmente prevalenti.

Olivier Roy, direttore dell’EHESS, École des hautes études en sciences sociales, esamina nel dettaglio le motivazioni dell’intervento francesi in Mali in un articolo pubblicato su Le Monde.

Tra le ragioni profonde dell’intervento francese in Mali, indica il bisogno di François Hollande di profilarsi come un “vero” capo, replicando alla “guerra di Sarkozy” in Libia, con una sua guerra, realmente “giusta” e “necessaria”.

Le forze della sinistra francese lo appoggiano senza troppi distinguo. Ma ad appoggiare l’intervento francese in Mali ci sono anche i partiti della destra, ben felici di poter tornare a cavalcare la retorica del “pericolo islamista”, dopo un paio di anni nei quali la primavera araba sembrava aver spazzato via la già scarsa credibilità dei teorici della “guerra delle civiltà”.

Il pericolo islamista fa comodo non solo alla destra identitaria, patriota, nazionalista, ma anche alla sinistra laica, ben disponibile a riposizionarsi in chiave anti-fondamentalista.

Se la guerra in Libia può essere liquidata, dai critici di Sarkozy, come una missione avventurosa e dalle conseguenze ancora incerte, quella in Mali sembra prestarsi a una più rassicurante catalogazione, a metà strada tra la tutela dell’integrità territoriale di uno Stato sovrano e la lotta all’espansione delle forze fondamentaliste.

L’altro motivo dell’intervento francese in Mali ha strettamente a che fare con l’enormità dell’apparato militare di Parigi. La Francia, infatti, mai guarita dalla sua irragionevole ambizione di “grandeur”, conserva uno degli eserciti più grossi e costosi del mondo.  Un po’ come negli Stati Uniti, queste sbalorditive spese militari vanno in qualche modo giustificate dinanzi all’opinione pubblica.

Per Roy, si tratta anche di andare incontro al potere, al prestigio e alle aspettative delle alte gerarchie militari francesi, apparentemente ancora legate a una visione coloniale e civilizzatrice dei conflitti. Umiliati in Afghanistan da un ruolo subalterno alle truppe statunitensi, le forze di terra francesi colgono nella guerra in Mali la possibilità di ribadire la propria importanza e allontanare i timori di una possibile riduzione delle spese militari.

 

Una guerra difficile

La guerra in Mali rischia di essere molto più complicata di quanto appaia. Un po’ come per le rivoluzioni della primavera araba, c’è una differenza notevole tra la storia romanzata e politicizzata somministrata all’opinione pubblica, e la realtà geografica, sociale ed economica di un certo territorio.

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Mali 17.570692, -3.996166

 

Dietro l’apparenza di una pericolosa insurrezione islamista contro un governo legittimo, si celano conflitti sociali che nulla hanno a che vedere con la religione.
Se in Paesi come l’Egitto e la Tunisia la primavera araba sta portando a risultati deludenti per chi era sceso sulle strade e nelle piazze, è perché i giovani arabi, prima che alla libertà e alla democrazia, ambiscono a poter godere dello stesso benessere materiale che percepiscono quando guardano ai loro coetanei europei o americani. Analogamente, in Mali, a combattere contro il governo in carica, magari sotto la stessa bandiera dell’islamismo, si trovano decine di migliaia di giovani alla ricerca di un qualche tipo di opportunità.

Sconfitti i registi politici dell’insurrezione in Mali, resteranno nel Paese, irrisolti e forse irrisolvibili, tutti i problemi economici e sociali che hanno reso possibile l’ascesa dei ribelli.

Nuovo scandalo calcioscommesse in Europa

Scandalo calcioscommesse in EuropaScoppia un nuovo scandalo calcioscommesse in Europa. Questa volta, a finire nel mirino degli investigatori, sono ben 380 partite, tra campionati nazionali, Champions League, Europa League e qualificazioni alla coppa del mondo e ai campionati europei.

In una conferenza stampa all’Aja, Europol ha tracciato i confini dell’ultimo e clamoroso scandalo calcioscommesse in Europa: 380 partite truccate tra il 2008 e il 2011. Coinvolti 15 campionati nazionali e 2 sfide di Champions League, 425 persone sotto inchiesta, una cinquantina già in carcere, tra calciatori, arbitri, dirigenti e personaggi del crimine organizzato, per un totale di 16 milioni di euro di giro d’affari e 8 milioni di profitti illeciti.

I Paesi maggiormente coinvolti

Lo scandalo calcioscommesse in Europa sembra quindi aver toccato nuove vette, con un fenomeno particolarmente allarmante in Germania. Le cifre più grosse, tuttavia, sembrano provenire dal campionato austriaco.

Quelli tracciati da Europol sono i risultati di un’indagine iniziata 18 mesi fa, i cui risultati erano in buona parte già trapelati, volta per volta, sulla stampa dei Paesi maggiormente coinvolti.

La classifica delle partite corrotte è guidata dalla Turchia con 79 casi, con la Germania ad aggiudicarsi la poco ambita medaglia d’argento, a quota 70, e la Svizzera capace di salire a sorpresa sul podio della vergogna con 41.

Marginale, in questa inchiesta, ma certamente non nel generale fenomeno delle partite truccate, la posizione dell’Italia.

Il calcioscommesse in Europa continua a essere un fenomeno ricorrente e difficilmente contrastabile col solo strumento penale, per sua natura capace di cogliere solo una parte, probabilmente piccola, di tutti i casi di manipolazione.

Secondo diversi studiosi di diritto, la capacità dell’apparato pubblico di individuare e punire i reati penali è in grado di colpire non più del 10% di quelli effettivamente commessi. Se le cose stanno davvero in questi termini, per ogni partita truccata svelata dalle inchieste, ce ne sono altre 9 che non verranno mai alla luce.

Nel calcio, come in ogni settore dell’attività umana, il grado di corruzione e malaffare sembra direttamente proporzionale alla quantità di denaro in circolazione.

 

Il punto su matrimonio e unioni civili in Europa

Unioni civili e matrimonioUnioni civili e matrimonio tradizionale continuano a far discutere l’Europa. Ad oggi, cinque Paesi dell’Unione Europea, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia, hanno autorizzato i matrimoni tra partner dello stesso sesso.

Gran parte dei Paesi europei hanno riconosciuto, seppur in forme e con modalità diverse, le cosiddette unioni civili registrate, equiparandole, in parte o in tutto, al matrimonio.

I Paesi europei che non prevedono una forma di unione civile aperta alle coppie omosessuali e tendenzialmente equivalente al matrimonio, sono Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia.

Il rapporto tra unioni civili e matrimonio, e il riconoscimento pubblico delle relazioni stabili tra coppie omosessuali assumono rilievo in un numero considerevole di materie di diritto civile e amministrativo, quali, ad esempio: successione ereditaria, diritto di scelta e fine vita, comunione dei beni, agevolazioni fiscali, riconoscimento dei figli del partner, adozione, obblighi alimentari, ricongiungimenti familiari e diritti di soggiorno in Paesi terzi.

Nei Paesi più restii a riconoscere un rilievo pubblico alle unioni di fatto, Italia inclusa, esistono sovente anche vincoli di carattere costituzionale. Nella Costituzione italiana, l’art. 29 definisce la famiglia come una “società naturale fondata sul matrimonio“. I giudici costituzionali hanno ritenuto compatibile con la Costituzione una regolamentazione delle unioni omosessuali, in base all’art. 2, che riconosce i diritti inviolabili dell’uomo anche nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. Le unioni omosessuali rientrerebbero proprio in quest’ultima definizione.

Il dibattito politico si perde spesso dietro a diatribe ideologiche e ha portato in Europa a una serie di legislazioni variegate e non di rado contraddittorie.

Una  lettura liberale della questione, implica essenzialmente due riflessioni.
Da un lato, se la funzione dello Stato è quella di rafforzare le libertà individuali, difendendole dai rischi derivanti da una totale assenza di regole, si deve riconoscere che quando tali regole imprigionino ingiustificatamente la vita del singolo, esse finiscano con l’essere illiberali.
Che diritto ha uno Stato di impedire a due persone che si amano di poter condividere beni, scelte mediche, diritti di proprietà?
Dall’avvento delle democrazie rappresentative, i parlamenti nazionali si sono dimostrati tutti affetti dal virus della bulimia legislativa, producendo fisiologicamente troppe leggi. Al tempo stesso, la sovra-produzione di leggi e regolamenti, divieti e oneri burocratici, ha trasformato l’assenza di una legislazione sulle coppie omosessuali nell’impossibilità di esercitare una gran quantità di libere scelte, in materia successoria, sanitaria, migratoria, ecc.
Senza una legislazione apposita, le coppie omosessuali continueranno a essere ingiustamente discriminate.

D’altra parte, riflettendo su unioni civili e matrimonio, occorrerebbe prudenza e attenzione nello stabilire quali debbano essere le caratteristiche del nuovo rapporto giuridico riconosciuto dallo Stato. L’estensione, sic et simpliciter, del diritto matrimoniale, pur se prevista in qualche Stato, rischia di essere illogica e inutilmente costosa per la collettività.

In effetti, in Europa, una parte considerevole dei vantaggi legislativi riconosciuti alle coppie eterosessuali unite in matrimonio, deriva dall’evoluzione secolare della concezione di famiglia. Infatti, sono l’attitudine e l’idoneità, teoriche, alla procreazione a giustificare il trattamento più favorevole riservato dalle leggi di molti Paesi alle coppie sposate, rispetto ai singoli.

In alcuni Stati, le agevolazioni fiscali sono strettamente correlate all’attuale esistenza di figli a carico, mentre, in altri, le agevolazioni sono legate automaticamente all’esistenza del matrimonio ed eventualmente rafforzate in presenza di figli.

La cura, l’educazione e la crescita di un bambino hanno costi che, in qualche misura, gli Stati decidono di sostenere.

Da qui, possiamo arrivare a una domanda essenziale. Cos’è oggi la famiglia. Intesa come cellula primaria di una comunità, la famiglia si qualifica come tale non tanto perché fondata su un matrimonio, quanto piuttosto per la presenza di figli, naturali o adottivi, ma comunque sempre amati e curati.
Un neonato, un bambino, un adolescente, ha bisogno di tutto e non è in grado di provvedere da solo a se stesso, né sul piano materiale, né su quello etico e spirituale. A lui penserà la sua famiglia, ed è per questo che la famiglia deve essere protetta dallo Stato.

Nel contesto italiano, un intervento in materia di unioni civili e matrimonio,  dovrebbe prevedere tutti i provvedimenti necessari a restituire ai singoli che vivono una relazione omosessuale stabile quei diritti e quelle libertà di scelta che l’attuale bulimia legislativa ha fagocitato.

Chiudiamo con un esempio di natura fiscale. Sul piano delle detrazioni, il sistema italiano è oggi particolarmente iniquo. Oltre che, giustamente, per i figli, sono previste detrazioni non solo per il coniuge a carico, anche se non convivente, ma anche per nipoti, genitori naturali o adottivi, generi e nuore, suocero e suocera, fratelli e sorelle, anche unilaterali, nonni e nonne. Per contro, il partner di fatto, omosessuale o eterosessuale non può detrarre alcunché anche se deve mantenere il compagno o la compagna convivente.

La ricetta della torta Ambassador, direttamente da Cracovia

Ricetta della torta Ambassador secondo la tradizione polaccaVi proponiamo la ricetta della torta Ambassador, dolce tipico della tradizione polacca, con gli ingredienti e le tecniche di preparazione utilizzate da secoli a Cracovia.

La ricetta della torta Ambassador è facile da preparare e garantisce risultati che stupiranno i vostri ospiti. Leggera e gustosa, la torta Ambassador è ideale per ogni occasione.

Ingredienti per la ricetta della torta Ambassador

5 uova
250 grammi di margarina
5 cucchiai di cacao
2,5 bicchieri di farina
2 cucchiai di lievito in polvere per dolci
2 bicchieri di zucchero
1,5 bicchieri d’acqua
1/2 bicchiere di zucchero a velo
1 bicchiere di latte (anche parzialmente scremato)
1 busta di zucchero vanigliato
1 manciata di canditi
1 manciata di noci o mandorle
1 manciata di prugne secche
1 bicchierino di liquore, vodka, o grappa
Eventualmente

1 arancia
3 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di latte
1 tavoletta di cioccolata amara o al latte da 100 grammi
Preparazione della torta

Tempo di preparazione: da 1 ora e 1/2 a 2 ore

Porre margarina, cacao, latte, zucchero e zucchero vanigliato in una casseruola e mescolare, lasciando sciogliere la margarina. Continuare a mescolare fin quando il composto non è ben amalgamato.
Prelevarne dalla casseruola un bicchiere e porlo da parte.

In una ciotola, mescolare la farina al lievito. Quindi, versare il contenuto della ciotola nella casseruola contenente la parte principale del composto, avvalendosi dell’ausilio di un setaccio, per garantire la morbidezza dell’impasto, e mescolando energicamente, eventualmente con l’ausilio di un mixer. Continuando a mescolare, aggiungere i 5 tuorli d’uovo, e lavorare l’impasto fin quando non risulti omogeneo.

In un altro recipiente, porre gli albumi delle uova, con mezzo bicchiere di zucchero a velo e un pizzico di sale, e mescolare energicamente, dopo averlo pulito accuratamente. Quando il composto realizzato con gli albumi assume una buona consistenza, aggiungerlo all’impasto principale e mescolare con un cucchiaio fin quando non è tutto ben amalgamato.

Prendere le noci (o le mandorle) e sbriciolarle. Tagliare a piccoli pezzi le prugne secche. Aggiungere noci (o mandorle) e prugne secche al composto principale, e mescolare con un cucchiaio.

Prendere una pirofila, coprirla con carta da forno e versarvi il composto.

Preriscaldare il forno a 160 gradi. Quando la temperatura desiderata è stata raggiunta, porre in forno la pirofila e lasciar cuocere per circa un’ora.
Mentre attendete il completamento della cottura, lavare l’arancia, sbucciarla e tagliarne a dadini la buccia. Versare in una piccola pentola 1,5 bicchieri d’acqua. Aggiungere la buccia d’arancia e 3 cucchiai di zucchero, portare ad ebollizione e far cuocere a fuoco medio per circa un’ora, o comunque fin quando il liquido non assume una certa densità.

Una volta completata la cottura, estrarre la pirofila dal forno e bucherellare la torta con un utensile sufficientemente lungo e dal diametro doppio rispetto a quello di uno stuzzicadenti (ogni fessura, tale da sfiorare il fondo della torta, senza oltrepassarlo, si troverà a circa un centimetro dalle altre più vicine).

Prendere il bicchiere nel quale si era conservata una parte del composto iniziale. Aggiungere una piccola quantità di liquore o vodka o grappa, secondo il proprio gusto. Mescolare. Quindi, con un cucchiaio, versare il contenuto del bicchiere sulla torta, in modo da distribuirlo uniformemente sulla superficie.

Lasciar raffreddare e servire
Ricetta della torta Ambassador ancora più gustosa, con una piccola aggiunta.

Dopo aver completato l’ultima fase indicata nella ricetta principale, è possibile anche aggiungere un ulteriore tocco finale. Prendere la cioccolata, romperla in piccoli pezzi e versarla in un pentolino, insieme ai due cucchiai di latte. Mescolare, fin quando la cioccolata non è sciolta completamente.

Aggiungere la cioccolata fusa nel pentolino dove avevate preparato il composto con la buccia d’arancia e lo zucchero, e mescolare.
Versare ora anche questo composto sulla superficie della torta, con l’ausilio di un cucchiaio, e distribuirlo uniformemente.

Lasciare raffreddare e servire.